Oltre ai vulcani, ai laghi punteggiati di isole e alle foreste abitate da una ricca biodiversità preservata con lungimiranza, ci sono grandi concerti, eventi di arte contemporanea e tour inediti che mettono in dialogo la cultura con una destinazione classica in un viaggio di scoperta.
L’elenco dei motivi per visitare il Ruanda si allunga.
A trent’anni dal genocidio che ha insanguinato la regione (100 giorni dal 7 aprile al 15 luglio 1994), una politica di perdono ha portato alla riconciliazione tra le due principali etnie, tutsi e hutu, e ha reso il Ruanda uno dei Paesi più sicuri del continente.
Il fotografo sudafricano Pieter Hugo (autore di Rwanda 20 Years: Portraits of Reconciliation, un progetto che 10 anni fa ha fotografato fianco a fianco i sopravvissuti tutsi e i carnefici hutu) ha riassunto la situazione come segue.
«Queste persone non possono andare da nessun’altra parte: devono fare la pace. Il perdono non nasce da un vago senso di benevolenza, ma dall’istinto di sopravvivenza». Tant’è che questa vicenda dolorosa e complessa la si è guardata dritta negli occhi e, dal 2004, nella capitale Kigali viene onorata al Genocide Memorial, luogo di “ricordo e conoscenza”.»
Per approfondire: https://www.thegoodlifeitalia.com/ruanda-che-sorpresa/