A 3000 chilometri dalle coste del Cile, un luogo di misteri
Minitour di 4 giorni e 3 notti sull’Isola di Pasqua, per chi è affascinato dal mistero e dai siti archeologici: a più di 3000 chilometri dalle coste del Cile, è un luogo poco frequentato dai circuiti turistici, ma il suo silenzio e l’ambiente selvaggio, la rendono una meta davvero strepitosa.
Il tour prevede l’escursione al tempio Ahu Akahanga, il vulcano Rano Raraku, la spiaggia di Anakena la città cerimoniale di Orongo, il vulcano Rano Kau e la visita al centro archeologico di Ahu Akivi e i suoi sette Moai.
Il suo nome deriva dalla data della sua scoperta il giorno di Pasqua del 1722, ma in lingua pasquense è denominata Rapa Nui (grande roccia o grande isola).
Cosa sono i Moai?
l’Isola di Pasqua è famosa universalmente per le statue Moai grandi busti tra i cinque e i dieci metri di altezza e sull’isola ne esistono più di 600: il loro scopo non è ancora chiaro, probabilmente rappresentano i capi tribù indigeni morti o la possibilità comunque di entrare in contatto con l’aldilà. Sono sempre rivolti con le spalle al mare orientati verso l’interno dell’isola a protezione degli abitanti.
Queste statue non sono state più erette dal 1500 quando invece ha cominciato a diffondersi il culto dell’uomo uccello Tangata manu basata sul rito tradizionale a cui si sottoponevano alcuni guerrieri buttandosi da a strapiombo sul mare dal vulcano Rano Kau.
Siti archeologici…
Vicino al vulcano Rano Kau si trova l’antico villaggio di Orongo costruito in pietra che riesce a dare l’idea di come si viveva sull’isola.
Altri siti archeologici di interesse notevole si trovano a Ahu Akivi, luogo sacro con i sette Moai rivolti verso il mare (gli unici) e Ahu Tongariki dedicato al culto degli antenati dove avevano luogo molte cerimonie riti funebri e feste.
Perché è un’isola senza alberi?
l’Isola di Pasqua una volta era un’immensa foreste di palme ma la necessità di legname utilizzato per costruire le statue Moai ha causato il disboscamento quasi completo della zona. Questa teoria dell’ecocidio abbastanza radicata nell’imaginario collettivo è tuttavia abbastanza contestata dalla comunità scientifica, che a spiegazione della causa identifica i ratti giunti sull’isola a seguito dei primi colonizzatori: questa specie affamata di semi di palma ha causato progressivamente la deforestazione del territorio.